
MISURE PRELIMINARI
L’arco deve essere idoneo alle caratteristiche fisiche dell’arciere, avere un libbraggio adeguato alla sua forza. Accertarsi che l’arco e le frecce siano compatibili tra loro, tirare una freccia inadatta può provocare danni all’attrezzo.
È buona abitudine fare un riscaldamento prima di iniziare a tirare almeno, di circa 10 minuti. “Riscaldamento” Deve diventare un’abitudine, favorisce la coordinazione dei movimenti.
L'OCCHIO DOMINANTE
Per sapere quale è l’occhio dominante bisogna cercare di fare un cerchio con le mani. Tenere gli occhi aperti e le braccia distese fissare un oggetto, cosi guardando nel cerchio, poi portando velocemente la mano agli occhi. Se andrà sul occhio destro quello sarà il vostro occhio dominante, viceversa sarà sinistro.
Buona ricerca per il vostro arco.
Comunque farsi aiutare dai propri istruttori per scegliere il materiale.

L'ALLUNGO
DETERMINA DEL CARICO REALE
Il carico di un arco olimpico, dipende dall’allungo fisiologico dell’arciere, il libbraggio indicato sui flettenti, ossia come riferimento un allungo AMO (american-manifacturing-organization) di 28”. Più si tende l’arco oltre i 28” pollici, maggiore sarà la potenza reale dei flettenti. La regola dice ogni pollice di allungo superiore 28” si aggiungono circa 2 libbre di carico reale. Viceversa se l’allungo è inferiore a 28”
Il metodo più sicuro è quello di utilizzare un dinamometro.
LA POSIZIONE DI TIRO
Sperimentare la posizione di tiro senza impugnare l’arco.
Gambe divaricate non superiore la larghezza delle spalle, il peso del corpo su entrambi le gambe, la sensazione che si deve sentire è quella di stabilità ed equilibrio, i piedi paralleli alla linea di tiro.
Distendere il braccio dell’arco all’altezza della spalla in direzione del bersaglio con il palmo della mano rivolta verso il basso.
Senza muovere il braccio ruotare la mano fino quando il pollice e verso l’alto.
Questa è la corretta posizione.
L’AZIONE DEL TIRO
Proviamo con l’arco, con la mano impugniamo la glip , sentiremo una pressione sul lato del pollice cosi la mano prende una posizione chiamata Y senza stringere .
la mano della corda deve fare una presa come se fosse un uncino, le dita da usare sono indice, medio ed anulare; il pollice ed il mignolo si devono rilassare all’interno della mano.
Questo succede nel momento della trazione; le dita devono tenere la corda tra la prima e la seconda falange.
Una piccola trazione e si comincia: bisogna inspirare per eseguire la trazione poi si espira circa la meta dell’aria inspirata, tenendo gli occhi fissi sul bersaglio.
Si solleva l’arco fino all’altezza della spalla, anche il braccio della freccia si solleva, ecco che in quel istante si esegue la trazione.
La testa il collo sono fermi, gli occhi sul bersaglio, porti la corda al volto trovando il punto di contatto. (Definito punto d’ancoraggio.)
E importante portare la mano della corda sotto il mento, la corda poi sfiorerà la punta del naso, questi sono punti detti di riferimenti.
L’azione è completa.


IL TIRO ISTINTIVO
Un’altra fondamentale caratteristica del tiro istintivo è che si tengono aperti entrambi gli occhi, proprio perché lo sguardo non serve per mirare, ma solo per inquadrare il bersaglio.
Semplice, facciamo un esempio: quando si indica con il dito qualcosa non si mira, ma il cervello indirizza automaticamente il dito esattamente sull’oggetto, la stessa cosa succede con l’arco; non distogliendo lo sguardo dal bersaglio, il braccio che tiene l’arco si punterà automaticamente verso l’obiettivo.
IL TIRO MIRATO
Il tiro Mirato o cosciente comporta l’uso di particolari accessori installati sugli archi : bilanciamento, mirino, patella o sgancio.
come per il tiro istintivo, non tutti gli archi sono idonei ad eseguire questa tipologia di tiro, in particolare il tiro mirato è eseguito con archi di tipo compound e olimpico
E’ un tipo di tiro che richiede anche una messa a punto non solo della tecnica ma anche dell’arco stesso, con regolazioni del mirino, dello sgancio e del peso dell’arco stesso.
Anche questo tipo di tiro è in grado di regalare grandi soddisfazioni, ma richiede un maggiore sforzo nel comprendere anche il funzionamento meccanico dei congegni e organi di trazione, puntamento e rilascio.

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